Così Calvino dice che dovrebbe essere la letteratura, e così, secondo il nostro ospite di oggi, Nicola Arcozzi, dovrebbe essere la Matematica. E proprio di matematica con lui parliamo.
Di cosa debba aspettarsi uno studente che scelga questa materia, di come sia diversa il modo in cui la si approccia fra le scuole superiori e l'università. Possiamo pensare di portare più università nelle scuole superiori invece che trasformare le lauree di primo livello in dei licei? Riducendo magari le cose obbligatorie e lasciando più libertà di disegnarsi un curriculum di studi?
Di cosa sia il talento matematico, e dove risieda. E di come lo si possa studiare in una popolazione. Se cerchiamo l'eccellenza, è necessario che "la base della piramide sia ampia" in modo che la punta possa arrivare in alto.
Di competizione. Con chi compete lo scienziato? Non coi colleghi ma con la natura. Perchè la ricerca e i suoi "prodotti" non sono prodotti industriali. Sono un prodotto della creatività.
I numero esistono? E perchè la matematica è efficace nel predire la natura? O la matematica è un senso? Che cosa mi permette di esplorare? Qual è il suo rapporto col cervello? Il modo in cui la matematica è strutturata non potrebbe dirci molto di come è fatto il cervello o per lo meno il suo apparato computazionale? E perchè i matematici gesticolano?
Cos'è la bellezza matematica? E la sua estetica? L'arte contemporanea è ancora interessata alla scienza?
La divulgazione. A cosa serve? Chi la deve fare? Che differenza c'è fra la divulgazione fatta dai ricercatori e quella fatta dai giornalisti scientifici? Esiste ancora autorevolezza nella figura dello scienziato?
Scienziati e politica. Perchè pochi scienziati sono politici? Le riforme dell'università e cosa si potrebbe fare per migliorare la ricerca e la didattica. O per lo meno per non ostacolarle. Separare l'insegnamento dalla ricerca?